Nome scientifico: Aquilegia magellensis F. Conti & Soldano
Descrizione: Pianta perenne, vischiosa, alta fino a 45 cm. Foglie ispessite nella parte inferiore del fusto. Fiori di 3-4 cm, dal viola pallido al blu chiaro fino quasi al bianco, con caratteristici nettari con speroni. Fiorisce da giugno a luglio. Specie sciafila, ovvero adatta a vivere in luoghi ombrosi, si trova su scogliere bagnate e nei pascoli della fascia montana.
Distribuzione: Endemica dell’Appennino centrale presente in Abruzzo e Molise, è incerta in Lazio e Campania. La leggenda di Aquilegia
Una delle leggende più famose legate a questo fiore è la storia del comportamento ipocrita e traditore del Principe Rutibald. Era sposato con la Principessa Teodagne, un’anima casta e nobile. Il suo comportamento indegno verso la moglie presto causò l’indignazione di tutto il regno, al punto che un gruppo di nobildonne decise di liberare la principessa da tanto sofferenza mettendo fine alla sua vita. Teodagne, nella sua bontà, resistette. Le nobildonne decisero allora di rivolgersi a una strega, che trasformò il principe in un fiore ridicolo pieno di corna. Un fiore che nessuna donna avrebbe mai apprezzato e nessun amante avrebbe mai dato come simbolo dei loro sentimenti.
Il significato di Aquilegia Nel simbolismo dei fiori, Aquilegia rappresenta caratteristiche negative dell’anima umana come la lussuria, la falsità, la futilità e l’ostentazione. Infatti, nell’antichità dare questo fiore simboleggiava una tristezza combinata a uno stato di frustrazione e gelosia. Era anche rappresentato nei dipinti quando si voleva evidenziare uno specifico stato d’animo della persona raffigurata. Infatti, Aquilegia è legata a numerose leggende di amori spezzati da tradimento e gelosia.
Specie a rischio di estinzione, inserita nella categoria “A rischio minore” (LR) delle Liste Rosse delle Piante d’Italia.
Questa pianta ha attirato la mia attenzione nel giardino di mia madre, che mi ha dato i semi. Ho scoperto che una volta erano diffusi in natura, oggi sono molto meno e per questo motivo compaiono nella lista delle specie protette la cui raccolta è vietata. Compaiono inaspettatamente in luoghi freschi riparati dai venti dove la luce è abbondante, ma non diretta. Si distinguono sopra le altre piante erbacee dei chiari, hanno fiori grandi e colorati, con una bellezza elegante e discreta, mai rumorosa, nemmeno riunita in gruppi densi.
Coltivazione Le aquilegie (questo è il soprannome) richiedono pochissima cura. Si diffondono per divisione in qualsiasi momento dell’anno. La cosa migliore è raccogliere i semi e posizionarli immediatamente in una scatola fredda con un terreno leggero mantenuto leggermente umido. I semi saranno in grado di germogliare anche nella primavera successiva, in ogni caso hanno bisogno di una “vernalizzazione”, ovvero un periodo al di sotto di 0 °C per diventare attivi. Una volta raggiunto uno sviluppo di tre foglie, possono essere trapiantati, prima in vaso e poi in autunno nel terreno. Una volta cresciuti, le aquilegie mostrano tolleranza in termini di suolo a condizione che sia mantenuto umido. Prima di piantare, il letto di fiori viene scavato e si aggiunge compost di letame maturo.